venerdì 18 settembre 2009

Il governo privatizza i nostri beni...L' ACQUA NON SI TOCCA


Il 09 Settembre 2009 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge con il quale (Art. 15) si sancisce un’ulteriore privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali.
Leggi il testo dell’Art. 15

Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300% Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armatati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo: l'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L´acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto.
L´acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.
Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.

(Alrtro articolo da Ecoblog.it) ... La notizia è passata quasi inosservata, ma dal 5 agosto scorso l’Italia ha deciso che la sua acqua può essere privatizzata. La denuncia arriva da Padre Alex Zanotelli attraverso una lettera inviata a Beppe Grillo.
Per l’esattezza il provvedimento è contenuto nell’articolo 23 bis del decreto legge numero 113, comma 1, firmato dal ministro G. Tremonti dove si dà il via alle privatizzazioni dei servizi offerti dai diversi enti.
Ed ecco cosa recita il primo comma dell’art. 23 bis:
Le disposizioni del presente articolo disciplinano l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonche’ di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarietà, proporzionalità e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili.
Quinto comma: "Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati"
L’approvazione è avvenuta con il consenso dell’opposizione e più precisamente del PD



Non dobbiamo arrivare ad avere morti per un diritto cosi naturale come l' acqua pubblica...questa gente ha lottato anche per noi!
Chi ha sbagliato deve prendersi le proprie respnsabilita' come al solito chi ci pena sono i cittadini che magari cercano anche di non sprecare i propri beni.


Acqua pubblica, carta canta

Leggendo la lettera scritta da rappresentanti del PD, mi è ritornata alla mente una puntata di REPORT di alcuni anni fa.

Ho ritrovato queste dichiarazioni:

EMILIO CAPOROSSI - Responsabile Area Reti Hera Ferrara

Attualmente i numeri sono intorno al 37% di perdite e derivano sostanzialmente dal fatto che molto spesso probabilmente si è pensato anche che intervenire su queste perdite non fosse economicamente conveniente visto che la risorsa acqua è una risorsa a basso costo.

ROBERTO PATERLINI -Direttore Divisione Reti e Ambiente Enia s.p.a.

Normalmente quando un acquedotto ha risorse sufficienti sia di qualità che di quantità la ricerca delle perdite non è così incentivata.

LINO ZANICHELLI - Assessore all’ambiente regione Emilia Romagna

Avendo in Italia l’acqua un valore relativo rispetto ad altri beni come il gas, l’energia in genere, noi abbiamo un forte consumo idrico e i gestori non hanno interesse a ridurre le perdite

Questa è pubblica informazione, che porta ad essere meno ingenui ed a considerare che le aziende private lavorano per il “lucro” anche quando trattano servizi pubblici: un poco più del 2% nelle mani del nostro comune è una goccia in mezzo al mare. In questi anni non ho mai sentito esternare colui che ci rappresentava nel consiglio di amministrazione di HERA, non poteva essendo in minoranza. Bella vero questa immagine! I cittadini in minoranza per bere! Tragica, come le immagini dei Paesi del terzo mondo.

Egregi Signori, se dovete ora giustificare la vostra impotenza, fatelo nel modo più consono alla situazione ammettendo con umiltà che qualche cosa vi è sfuggito, che non avevate previsto il seguito della cessione, che avevate fatto il conto senza l’oste. Ma voi non siete imprenditori, loro si. Loro non devono giustificare niente alla gente, voi invece sì, perché vi è stato dato un mandato: impegnarvi per il bene pubblico.


Edda Carafolli

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