giovedì 24 settembre 2009

ZEITGEIST ADDENDUM

So che molti di voi avranno gia visto questo film documentario...
Ma credo che comunque ancora tanti di voi non l'abbiano visto, mi diletto quindi nel pubblicarlo con gran gusto per la vostra gustosa visione, vi consiglio popcorn acidi con sale in quantita' industriali per amalgamare il tutto.
E sopratutto consiglio di guardarlo con la propria famiglia tutti mano nella mano...



Zeitgeist: Addendum è un web film non profit del 2008, diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph ed è il secondo capitolo di Zeitgeist, the Movie; è uscito in lingua inglese sottotitolato in diverse lingue, tra cui l'italiano.

Il film discute riguardo il sistema della Federal Reserve negli Stati Uniti, della CIA, delle corporation americane e altro, concludendo con la presentazione del Progetto Venus, creato dall'ingegnere sociale Jacque Fresco. In accordo con Peter Joseph, il film ha come scopo di localizzare le radici della dilagante corruzione sociale, offrendo allo stesso tempo una soluzione. In conclusione Addendum sottolinea il bisogno di eliminare ogni barriera che divide gli uomini e individua i passi concreti da fare per indebolire il sistema monetario. Il film suggerisce azioni di "trasformazione sociale", come boicottare le grandi banche, i media, il sistema militare e le multinazionali dell'energia.

BUONA VISIONE....

IL PRIMO CAPITOLO: ZEITGEIST THE MOVIE clicca qui per vedere tutto il film

Trailer


IL SECONDO CAPITOLO:ZEITGEIST ADDENDUM clicca qui per vedre tutto il film

trailer

mercoledì 23 settembre 2009

QUELLO CHE NON PAGHIAMO NOI LO PAGA QUALCUN ALTRO!


Made in China
 

Angelo Calianno – tratto da Senza Codice http://senzacodice.blog.co.uk



Spesso quando cerchiamo di spiegare e di spiegarci il basso costo di tutta la merce proveniente dalla Cina, come scarpe, occhiali, vestiti, giocattoli, ci accontentiamo delle semplici risposte date dai media: ore di lavoro raddoppiate rispetto agli operai Italiani, sfruttamento del lavoro minorile, salari minimi; purtroppo però, non è tutto qui, dietro i costi abbattuti del “Made in China” ci sono storie di torture, omicidi, espianti e traffici d’organi illegali ed abusi contro la dignità umana che riguardano milioni di persone, dietro tutto questo c’è la storia dei Laogai.

La parola Laogai in cinese vuol dire “riforma, rieducazione attraverso il lavoro”.
I Laogai sono dei veri e propri campi di concentramento sui cui si basa il sistema carcerario cinese, il campo al suo interno racchiude diverse sezioni, ma non è solo una semplice galera.
In Cina infatti per reati “minori” si può essere rinchiusi per 3 anni senza nessun tipo di processo, infatti è la polizia a decidere la gravità di questo tipo di reati: violazioni come parlare a favore della democrazia, mostrare idee politiche in conflitto con il regime o semplicemente appartenere ad una minoranza etnica o religiosa (come Mongoli e Tibetani), vengono severamente punite.
Una volta rinchiusi i dissidenti devono confessare le proprie colpe e giurare fedeltà al governo; le confessioni vengono quasi sempre estorte con metodi disumani come l’uso del bastone a scossa elettrica, frusta o manganello, una volta “confessato” il proprio crimine, comincia la vera e propria riabilitazione attraverso il lavoro, o perlomeno così viene chiamata dai rappresentati del regime comunista cinese.

Ai detenuti vengono assegnate delle “quote” cioè una quantità di oggetti da produrre o lavori da svolgere in un giorno (si lavora dalle 16 alle 18 ore al giorno); lavori come assemblare giocattoli, cucire vestiti o peggio lavorare in miniere dove si esalano gas tossici senza nemmeno la minima protezione. Se il detenuto non riesce a svolgere per tempo la sua “quota” la razione di cibo diminuisce senza possibilità di appello.


In che modo il mercato occidentale è collegato con i Laogai? E’ tanto semplice quanto allarmante, un esempio pratico può essere un’azienda o un’industria occidentale (es.moda, oggettistica, tessile) che commissiona ad una società di import-export cinese una quantità di materiale da lavorare, assemblare o finire, soltanto che tutto questo lavoro viene svolto servendosi degli operai rinchiusi nei campi, a nessun costo, se non quello delle eventuali materie prime.
In Cina per legge, non si può rimanere rinchiusi per più di 3 anni senza un processo; ma molto spesso, per non diminuire la forza lavoro, alcuni detenuti che hanno già scontato la pena vengono considerati “non completamente riabilitati e non idonei alla società” quindi la detenzione nei campi viene prorogata.

Ma tutto questo non basta, le atrocità più cruente vengono commesse contro i condannati a morte, in Cina ci sono 60 reati per cui si può essere giustiziati ( le esecuzioni capitali avvengono con una frequenza impressionante), una volta giustiziati si procede all’espianto degli organi: reni, cornee, cuore, tutto destinato alla vendita negli ospedali militari, per legge in Cina chi riceve un organo non può chiederne la provenienza, né tanto meno i parenti del condannato possono vedere il cadavere, perché sempre per legge i corpi vengono cremati, cancellando così ogni traccia di misfatto. La copertura usata fino ad ora dal governo è che: “ogni espianto è autorizzato dai condannati a morte”, cosa difficile da credere visto che in Cina il corpo è considerato sacro, quindi intoccabile anche dopo la morte.
Per ogni giustiziato a cui vengono “presi” gli organi un soldato riceve 40 dollari di premio.


Wang Guoqi, un medico militare cinese dei Laogai, fuggito negli Stati Uniti ha confessato al noto quotidiano Guardian che illegalmente ai giustiziati veniva prelevata subito dopo l’esecuzione anche la pelle, destinata poi alle industrie cosmetiche europee e che un rene valeva fino a 30 mila dollari, lo stesso Wang Guoqi ha ammesso di aver preso parte ad un centinaio di espianti non autorizzati.
Le storie che trapelano dai dissidenti fuggiti dai campi sono tantissime, come le violenze da parte dei soldati verso i rinchiusi: molte donne vengono stuprate, e per quelle che dovessero avere una gravidanza concepita dallo stupro, l’aborto forzato con metodi rudimentali, anche all’ottavo mese.

Oggi, il nemico giurato dei Laogai si chiama Harry Wu: detenuto per 19 anni nei campi di concentramento solo per aver manifestato le sue simpatie per la democrazia. Harry Wu, ora è cittadino americano ed ha fondato la Laogai Research Foundation, un’organizzazione no-profit che divulga e fa conoscere al mondo questa orribile realtà. Per anni Harry Wu ha viaggiato tra Cina e Stati Uniti con la copertura di diplomatico o imprenditore per indagare e provare quale fosse l’effettiva provenienza delle merci cinesi.

Tra le varie campagne in atto dalla Laogai Research Foundation c’è quella di boicottare prodotti che riportano l’etichetta “Made in China”, anche se come dice lo stesso Wu: “il problema è che molti di questi articoli lavorati nei campi riportano marchi europei o statunitensi”. Sempre Harry Wu propone di ostacolare questo tipo di commercio, non acquistando merci facili da identificare e da isolare ,come i giocattoli, e facendo conoscere questa situazione anche ai propri governi attraverso lettere e petizioni.

Sapere con precisione il numero dei Laogai è impossibile, perché il governo li nasconde o li chiude per poi aprirne di nuovi in luoghi e province diverse, depistando così organizzazioni per la difesa dei diritti umani come Amnesty International o Human Rights Watch, si stima che attualmente ci siano più di 1000 campi e circa 6 milioni di detenuti.
In Italia siamo bombardati di notizie che parlano delle nuove economie, di come, a lungo andare le nuove industrie tessili orientali distruggeranno le nostre piccole imprese, della concorrenza spietata e delle proposte del governo di mettere dazi alla nuova imprenditoria cinese; quello che noi
conosciamo però, è soltanto una facciata dell’economia di una nazione che sta basando tutto il suo potere sulla privazione di un diritto che a nessun essere umano dovrebbe essere mai negato, la dignità.

Angelo Calianno.

PS: E' in atto un'importante campagna di boicottaggio per combattere queste azioni disumane, visitate il sito www.boycottmadeinchina.org oppure www.laogai.org

Per approfondire:

"La realtà dei Laogai: intervista a Hongda Harry Wu": http://mariomasi.wordpress.com/2007/01/26/la-realta-dei-laogai-%E2%80%93-intervista-a-hongda-harry-wu/

www.disinformazione.it

CRUDELI!

Dietro le olimpiadi




Le piu' grandi violazioni ai diritti umani in atto in questi anni!


5 REGIONI CONTRO IL NUCLEARE MA LA SARDEGNA NON COMBATTE?


LA SARDEGNA E' UNA DELLE REGIONI PIU' A RISCHIO "NUCLEOMILITARIZZAZIONE" SECONDO I PIANI ENERGETICI DEL GOVERNO.


E ALLORA PROPRIO NOI NON SIAMO PRESENTI NELLA PRIMA FASE DELLO SCHIERAMENTO CONTRO IL NUCLEARE?


SIAMO SICURI CHE IL NOSTRO PRESIDENTE UGO CAPELLACCI VOGLIA ANDARE VERAMENTE CONTRO I PROGETTI DEI SUOI COMPAGNI DI PARTITO?


POTREBBERO ESSERE LE SUE DICHIARAZIONI ATTENDIBILI COME LO SONO QUELLE DEI SUOI COMPAGNI DI PARTITO?


INTANTO IN ALTRE REGIONI SI MUOVONO...

Toscana, Piemonte, Calabria, Emilia Romagna, Liguria e Lazio impugnano la Costituzione contro le centrali nucleari sul territorio
pubblicato: mercoledì 23 settembre 2009 da Marina in: Energia Italia Politica Nucleare

Le Regioni contro il nucleare Si potrebbe definire la rivolta delle Regioni, intese come enti amministrativi: Toscana, Piemonte, Calabria, Emilia Romagna e Liguria, a cui nelle ultime ore si è aggiunto anche il Lazio hanno impugnato la Costituzione e hanno deciso che nessuna centrale nucleare potrà essere costruita sul loro territorio senza il consenso dei cittadini. In discussione, ci sarebbe, il Titolo V che regolamenta l’autonomia degli enti locali che sarebbero scavalcati dall’ingerenza statale in materia nucleare.

Per Filiberto Zaratti Assessore all’Ambiente della Regione Lazio spiega:

Entrando più nello specifico, l’articolo 120 , individua in maniera tassativa i casi in cui il Governo può esercitare i suoi poteri sostitutivi nei confronti delle regioni e degli enti locali che sono: il mancato rispetto di norme e trattati internazionali, e della normativa comunitaria; il pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica; la tutela dell’unità giuridica, economica e dei livelli essenziali delle prestazioni relative a diritti civili e sociali essenziali, come quelli della sanità. Esclusi i primi due casi che nulla hanno a che fare con l’energia, mi sembra difficile che la localizzazione di una centrale nucleare, in quanto infrastruttura strategica nazionale, possa farsi rientrare così semplicemente nell’ambito della tutela dell’unità economica o dei livelli essenziali dei servizi, dimenticando che il governo del territorio è affidato alla Regione e che l’assenso regionale a qualsiasi localizzazione non è momento eludibile. Tra l’altro il potere sostitutivo si esercita in relazione a specifici atti amministrativi e qui proprio non si capisce come e in relazione a quali atti il Governo possa sostituire la Regione e gli enti locali. La forzatura fatta dal Governo in materia di nucleare con questa legge, solleva quindi forti dubbi circa la costituzionalità della norma.

Con l’attuale Legge 99/2009, è previsto, all’art.25 che per la costruzione di impianti nucleari e per la messa in sicurezza delle scorie radioattive sia necessaria una unica autorizzazione rilasciata dal Ministero per lo Sviluppo, in accordo con il Ministero dell’Ambiente, del Ministero per le infrastrutture e trasporti e della Consulta delle Regioni. Nel caso in cui una Regione non sia d’accordo con la decisione lo Stato, può decidere in autonomia e senza tener conto dei pareri dei cittadini, scavalcando perciò l’Ente. Ecco dunque, il ricorso alla Corte Costituzionale.

Ha detto Silvio Greco, assessore all’ambiente della Regione Calabria, la prima ad aver aperto questa vertenza:

La Regione impugnerà questa legge perché riteniamo di dovere fare una battaglia di civiltà. Non si puo’ pensare, alla luce di tutte le sentenze della Corte di Cassazione che individuano un rapporto paritario tra Stato e Regioni in tema di energia, che si venga in Calabria e si pensi di fare un deposito di scorie radioattive o una centrale nucleare senza neanche interpellare la Regione. A distanza di più di 20 anni dal referendum sul nucleare in Italia abbiamo ancora tutti i rifiuti da smaltire e la Calabria, è già particolarmente penalizzata dal ritrovamento del relitto al largo di Cetraro.

DA ECOBLOG

SARROCH - OIL - IL SEQUESTRO DEL VIDEO INCHIESTA SULLE RAFFINERIE DI MORATTI

OIL

Sardegna, gli avvocati di Moratti chiedono il sequestro del film sulla raffineria Saras
pubblicato: mercoledì 20 maggio 2009 da Orangeskies in: Inquinamento Italia Persone Carburanti Foto & video

Mentre il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, festeggiava lo scorso weekend il quarto scudetto consecutivo della sua squadra, i suoi legali chiedevano il sequestro del documentario “Oil”, dedicato allo stabilimento petrolchimico della Saras di Sarroch, in Sardegna.

Il film, infatti, mette sotto accusa il comportamento tenuto, negli ultimi decenni, da chi gestisce la raffineria di proprietà della famiglia Moratti, che secondo tutte le testimonianze ha inquinato pesantemente il territorio del cagliaritano.

Il “Dio petrolio” che viene da Milano, che doveva arricchire il sud della Sardegna, ne ha più che altro devastato l’ inimitabile territorio e il mare, mettendo a rischio la salute delle persone.



La tragedia della Saras, con tre operai morti in un incidente sul lavoro, insieme alla recente richiesta di sequestro del documentario “Oil”, che denuncia la pericolosità della raffineria della famiglia Moratti per le persone e l’ambiente, hanno riportato sotto i riflettori una realtà, quella di Sarroch e di tutto il cagliaritano, troppo spesso trascurata da media e politici nazionali e perfino locali.

Se, infatti, restano dubbi e interpretazioni diverse sulla tragica vicenda che ha portato alla morte di Daniele Melis di 26 anni, Bruno Muntoni di 51 anni e Luigi Solinas di 27 anni, ciò che è veramente grave è che nella zona esiste una quotidianità inquinata che non sembra eccessivo definire drammatica.

Una situazione di cui si parla troppo poco, anche perché chi ci prova viene censurato e ostacolato in tutti i modi, come successo al regista di “Oil”, Massimiliano Mazzotta. Ma c’è forse qualcuno, anche tra i più accesi sostenitori del “Dio Petrolio” e dell’industrializzazione ad ogni costo, che crede si possa vivere normalmente in un’area dove succede quello che mostra il video sopra?

Simili a questo, girato tra gennaio e febbraio di quest’anno, se ne trovano su Youtube diversi altri, che mostrano nubi grigie o nere, con vere e proprie colonne di fumo denso che invadono la zona circostante, e che secondo tutte le testimonianze non sembrano affatto essere una rarità, ma una presenza frequente su questo territorio.



ECOBLOG

Niente svolte per il microscopio...

Ancora non si riesce a far luce sulla tortuosa storia del microscopio maledetto, qui di seguito dopo il video con protagonista il nostro ministro Veronesi, tratto da LUOGOCOMUNE vediamo una scansione dei fatti piu' dettagliata, in modo da poterci fare una idea e capire fino a che punto siamo arrivati lasciando a voi lasciando a voi un' interpretazione dei fatti.
Intanto il nostro Beppe a malincuore tace sul perennemente sul tema!

Dal canto mio sinceramente penso ancora che questa storia celi qualcosa di nascosto, uno strano mistero. Chissa' speriamo che gli interessati a breve ci permettano di scoprirlo, almeno per il fatto che, le ricerche sulle nanoparticelle, almeno su base ovvia, sono molto importanti e se non ci pensa la rete a diffondere informazioni per ricordare i morti di cancro e i danni che inceneritori recano non pensiate che sara' un personaggio come questo a farlo, anche avendone il dovere!






Fra gli argomenti più dibattuti in rete nel corso delle ultime settimane, si può annoverare sicuramente la vicenda concernente il microscopio FEG-ESEM, usato fino ad oggi dal Dott. Montanari per gli studi sulle nanoparticelle e nanopatologie e donato, per decisione della Onlus Bortolani proprietaria legale dello strumento, all’Università di Urbino, privando di fatto lo scienziato modenese della possibilità di continuare nelle sue ricerche.

Senza nessuna pretesa di decretare chi fra i soggetti che sono entrati nella contesa abbia ragione e chi torto (il torto e la ragione spesso non sono dei valori assoluti, bensì elementi dai contorni assai sfumati) proviamo innanzitutto a ricapitolare brevemente l’ordine dei fatti, facendo seguire qualche considerazione.

Beppe Grillo lo conosciamo tutti, come arguto comico dallo spirito istrionesco che negli ultimi anni è riuscito ad imporsi nel nostro paese anche come voce di una critica politica in grado di raccogliere ampio consenso. Autore di un blog fra i più visitati in assoluto, organizzatore dei V Day che hanno portato in piazza decine di migliaia di persone, in procinto di fondare a breve una nuova formazione politica che potrebbe avere i numeri per raccogliere dei risultati di un certo rilievo.

Stefano Montanari è un dottore in farmacia (farmacista è stato spesso etichettato in alcuni blog, quasi si trattasse di una qualifica vergognosa) che da anni studia le nanoparticelle …




… e le nanopatologie da esse determinate allorquando fanno ingresso all’interno del corpo umano. Per essere più precisi, come da lui ribadito più volte, nelle conferenze e nei libri, egli ha sempre lavorato con sua moglie, Dott.ssa Gatti, e, all’interno della loro collaborazione, proprio sua moglie rappresenta il fulcro del lavoro di ricerca, mentre lui, che pure partecipa attivamente alle operazioni di ricerca, si è occupato e si occupa più attivamente della divulgazione dei risultati della ricerca stessa, attraverso libri, conferenze e quant’altro. Chiunque in Italia abbia studiato le conseguenze dell’incenerimento dei rifiuti (in maniera seria e senza essere aggiogato al carro di chi costruisce gli inceneritori) ha trovato proprio nelle ricerche della coppia Gatti/Montanari degli elementi di estremo interesse, utili a comprendere la nocività degli inceneritori di nuova generazione che, lavorando a temperature più alte, sono riusciti a diminuire le emissioni di diossina e PM10 (sostanze per le quali esistono limiti di legge) aumentando però in maniera esponenziale la produzione delle nanopolveri che la legge non prende in considerazione, ma che penetrano invece in maniera profonda e devastante all’interno del corpo umano.

Sempre grazie alle ricerche della coppia Gatti/Montanari è stato possibile ad esempio comprendere i termini di bufale come quella dei filtri antiparticolato (FAP) montati sulle autovetture diesel di ultima generazione e sponsorizzati anche da alcune associazioni ambientaliste. Filtri che in realtà non riducono le emissioni inquinanti delle vetture come millantato, ma semplicemente trasformano il particolato (pericoloso, nero e puzzolente) in polveri ultrafini ben più pericolose, quantunque invisibili e difficilmente percepibili.


Non proprio il tipo di uomo amato alla follia in Italia dalla scienza ufficiale modello Veronesi e dalla politica dell’incenerimento e delle multiutility, che di nanopolveri preferirebbero ovviamente non si facesse assolutamente menzione.

La Onlus Bortolani, come si può leggere sul suo sito, si occupa principalmente di beneficenza di opposizione alla pena di morte e della raccolta di contributi economici per aiutare soggetti svantaggiati che versano, anche temporaneamente, in una situazione di difficoltà.

L’Università di Urbino è un soggetto, privato fino all’anno scorso e ora pubblico che sullo stesso sito della Onlus Bortolani viene presentato in questi termini.

Un bel giorno, nel febbraio del 2005, Grillo e Montanari si conoscono (non credo sia fondamentale se per caso o per volontà di uno dei due, dal momento che a questo riguardo le dichiarazioni dello stesso Montanari e quelle di coloro che parlano in vece di Grillo tuttora silente non coincidono) e si piacciono. Grillo sembra affascinato dai risultati della ricerca scientifica della coppia Gatti/Montanari. Montanari sembra felice del fatto che la popolarità di Grillo possa dargli la possibilità di proseguire nelle proprie ricerche, tramite l’acquisto di un nuovo microscopio, dal momento che l’uso di quello sul quale ha lavorato fino a quel momento gli è stato impedito.

La Onlus Bortolani abbraccia con entusiasmo la causa volta ad "incentivare la ricerca contro il cancro provocato da nanoparticelle" ed il 4 giugno 2006 sponsorizza perfino un'intera giornata d'informazione e spettacolo dedicata alla raccolta fondi per l’acquisto del nuovo microscopio, con la presenza oltre che di Montanari e Grillo, anche di una serie di cantanti e personaggi VIP e il patrocinio del comune e della provincia di Reggio Emilia.

Per circa un anno Montanari accompagna Grillo nel corso di tutti i suoi spettacoli (sempre spostandosi a proprie spese in giro per l’Italia) e nel corso delle serate illustra i risultati delle proprie ricerche e fa la questa per l’acquisto del nuovo microscopio. Entrambi traggono profitto dal sodalizio. Montanari ottiene attenzione e visibilità per il contenuto delle proprie ricerche, oltre alla possibilità di raccogliere le donazioni per l’acquisto del nuovo microscopio. Grillo con l’ausilio del ricercatore aumenta la propria credibilità e facendosi portatore di studi dall’alto peso specifico ottiene sempre maggiori simpatie e consensi fra le tante persone che in Italia si oppongono agli inceneritori.

A marzo 2007 la Onlus Bortolani, senza che Montanari abbia mai potuto prendere visione e verificare i movimenti bancari concernenti le donazioni, annuncia in un articolo la fine della raccolta fondi, andata perfino al di là dei 378.000 euro necessari, affermando che la cifra eccedente, ammontante a 3947 euro verrà utilizzata per sovvenzionare l’inizio delle ricerche di Gatti/Montanari, che quel denaro dichiarano di non averlo invece mai ricevuto.

Sempre all’interno dello stesso articolo viene annunciato che "la Dott.ssa Gatti e il Dott. Montanari potranno finalmente proseguire le loro ricerche grazie al microscopio che tutti voi avete comprato attraverso le vostre offerte. Inizia quindi la nuova avventura di una libera ricerca che porteranno avanti Antonietta e Stefano."

Nell’articolo viene poi ringraziato più volte Beppe Grillo e sottolineato che la Onlus Bortolani è ora proprietaria legale del microscopio "in quanto "moralmente" siamo tutti proprietari di questo microscopio, tutti avremo il diritto ad essere informati sempre e tempestivamente delle ricerche scientifiche e dei risultati ottenuti tramite l’utilizzo del microscopio."

In calce all’articolo compare una lettera a firma Gatti/Montanari, nella quale oltre a delineare i progetti concernenti il primo anno di attività del microscopio, i due ricercatori ringraziano pubblicamente la Bortolani, Beppe Grillo ed i ragazzi dei Meet up.

Tutti felici dunque: Montanari ha finalmente di nuovo un microscopio su cui lavorare, la Onlus Bortolani che ne detiene la proprietà è riuscita ad incentivare la ricerca contro il cancro provocato da nanoparticelle e Beppe Grillo viene ringraziato da tutti. Stefano Montanari e sua moglie vengono riconosciuti da entrambi i loro "compagni di viaggio" come ottimi ricercatori, affidabili e capaci, meritevoli della loro fiducia.

L’idillio però dura lo spazio di un solo anno, fino al mese di febbraio 2008, quando Stefano Montanari decide di entrare in politica, diventando il candidato premier di "Per il Bene Comune" il neonato movimento creato da Fernando Rossi e Monia Benini. Proprio in quell’occasione Montanari, non mancando di ringraziare Grillo per l’aiuto offertogli riguardo al microscopio, lo invita ad appoggiare il nuovo movimento, dal momento che la formazione politica si fa portatrice delle stesse battaglie condotte da lui negli spettacoli e sul blog. La risposta di Grillo non arriverà mai, se non indirettamente attraverso l’invito a non andare a votare espresso sul proprio blog dal comico genovese, seguito poi dall’indicazione concernente i partiti con il minor numero di condannati, prescritti ecc. ad uso e consumo di coloro che a votare vogliono proprio andarci. Elenco nel quale "Per il Bene Comune" non compare neppure. Da quel momento in poi (stando alle parole di Montanari, Grillo non si è mai espresso in proposito) i due non si sono più né visti né sentiti e sul blog di Grillo non sono più comparsi articoli aventi per oggetto Montanari o le sue ricerche.

Il 17 giugno, al termine di una lunga trattativa condotta all’insaputa di Gatti/Montanari, possessori ed utilizzatori del microscopio, l’Associazione Bortolani annuncia di avere formalizzato "in condivisione con Beppe Grillo" la donazione del microscopio all’Università di Urbino, con una clausola in virtù della quale Gatti/Montanari potranno continuare ad utilizzare per le loro ricerche lo strumento in quella sede, per almeno un giorno la settimana. La donazione viene motivata con la volontà di allargare la ricerca ad altri scienziati e ricercatori così da consentire il massimo sfruttamento delle potenzialità e delle opportunità offerte dal microscopio.

Stefano Montanari, posto di fronte al fatto compiuto, protesta in maniera veemente, mettendo in evidenza come sia materialmente impossibile per lui e sua moglie continuare ad operare con il microscopio ad oltre 200 km e 3 ore di viaggio in auto da casa, una volta la settimana, per tutta una serie di motivi tecnici e logistici incontrovertibili. Aggiungendo inoltre che i soldi dei donatori da lui raccolti durante gli spettacoli e le conferenze erano stati elargiti perché la "libera" ricerca fosse portata avanti da lui e da sua moglie.

La Onlus Bortolani dal canto suo risponde con un articolo pubblicato il 5 luglio, nel quale ribadisce la totale condivisione di Beppe Grillo all’operazione, rassicura in merito al fatto che la ricerca sulle nanopatologie proseguirà ed anzi verrà potenziata e specifica inoltre che in base alla clausola il microscopio potrà essere utilizzato da Gatti/Montanari anche più di una volta la settimana. Nello stesso articolo viene anche introdotta per la prima volta una seconda motivazione alla base della cessione del microscopio: Montanari e sua moglie avrebbero sottoutilizzato lo strumento. Il primo poiché impegnato nella campagna elettorale con Il Bene Comune e nella promozione dei suoi libri, la seconda in quanto impegnata a svolgere un’altra occupazione part time. Viene evidenziato inoltre come la Nanodiagnostics srl di Gatti e Montanari sia una società a scopo di lucro, quasi questa condizione rappresenti una qualche forma d’incompatibilità con la destinazione d’uso del microscopio.

In merito a tale articolo non si può evitare di evidenziare come la campagna elettorale di Montanari con il Bene Comune sia durata in tutto solo un paio di mesi ed i libri nella promozione dei quali egli è impegnato trattino proprio di nanopolveri e nanopatologie, in perfetta armonia con il ruolo di divulgatore delle ricerche da lui più volte sostenuto nell’ambito della collaborazione con sua moglie, anche prima che la raccolta fondi iniziasse. La Nanodiagnostics srl è inoltre sempre stata una società a scopo di lucro, anche a marzo 2007 quando veniva affermato che i due ricercatori avrebbero potuto "finalmente proseguire le loro ricerche grazie al microscopio che tutti voi avete comprato attraverso le vostre offerte." Possibile che nel corso di due anni siano cambiate così tante cose?

Beppe Grillo nel frattempo continua a tacere.


Il 3 settembre 2009 Stefano Montanari rilascia un'intervista nel corso della quale sostiene le proprie ragioni all’interno della vicenda ed invita Beppe Grillo a confrontarsi con lui, per rendergli noti i motivi che lo hanno indotto a sostenere la cessione del microscopio. Afferma che, a parte una visita risalente ai tempi della consegna del microscopio, con tanto di servizio fotografico, Grillo nel corso dei 2 anni successivi non si è mai recato presso il laboratorio, né ha consultato lui o sua moglie per ricevere aggiornamenti sulle ricerche o fare considerazioni in merito allo svolgimento delle stesse.

Dice di ritenersi un personaggio scomodo ed inviso a molti uomini politici ed arriva a ventilare il fatto che dietro la sottrazione del microscopio si nasconda in realtà un complotto ai danni della sua persona e della ricerca sua e di sua moglie nell’ambito delle nanopatologie.

L’11 settembre la Onlus Bortolani comunica con un articolo sul proprio sito di avere provveduto a denunciare Stefano Montanari per diffamazione ed ingiurie, affermando che sarà così un magistrato ad attestare la verità e fare giustizia.

Vista la decisione di demandare al tribunale il proseguo della contesa, stupisce però che sempre all’interno dell’articolo, l’estensore dello stesso la giustizia cerchi di farsela da solo. Possiamo leggere infatti.

"Prendiamo atto che il Sig. Stefano Montanari è molto impegnato in politica (arrivando anche a candidarsi Premier!) e ultimamente in un’intensa attività denigratoria e diffamatoria nei confronti della nostra Onlus."

Ancora una volta la candidatura di Montanari quale premier del Bene Comune viene presa a pretesto di non si capisce bene cosa, dando quasi l’impressione che tale decisione bruci più di quanto sarebbe logico aspettarsi da un’associazione che si occupa di beneficenza.

E si legge ancora nel finale: "Se ci è consentita una constatazione finale, a giudicare dal tempo che il Sig. Stefano Montanari dedica alla politica e all’intensa attività diffamatoria nei confronti della Onlus intasando la rete con le sue sciocchezze, diremmo che di ricerca ne ha fatta e ne sta facendo davvero poca."

Ancora un nuovo accenno alla partecipazione politica di Montanari, oltretutto parlando al presente mentre lui dopo i 2 mesi di campagna elettorale non fa più politica da un anno e mezzo, allora si tratta davvero di qualcosa di più di un’impressione.

In calce all’articolo si può poi leggere che chi volesse approfondire l’attività del Sig. Stefano Montanari e conoscere meglio il personaggio, può prendere visione dell’inchiesta e dell’intervista al riguardo realizzati dalla Dott.ssa Valeria Rossi, giornalista ed editrice del quotidiano on line di Savona Il Ponente.

Allora andiamo a vedere siffatta inchiesta, nel tentativo di capirci qualcosa e di conoscere meglio chi veramente sia Stefano Montanari.

Sarebbe logico aspettarsi di leggere o vedere, finalmente un’intervista al convitato di pietra Beppe Grillo, che oltretutto ai monologhi in video è certo più avvezzo dello stesso Montanari, ma Grillo anche sul Ponente continua a tacere.

Valeria Rossi in compenso afferma di avere scambiato telefonate e mail con la Onlus Bortolani (tali da indurla a togliere dal sito l’intervista a Montanari precedentemente pubblicata), con lo stesso Montanari e con altre persone direttamente coinvolte nei fatti.

Segue la pubblicazione di una serie d’informazioni che la giornalista afferma di ritenere giusto pubblicare, dal momento che sono comprovate da testimonianze e documenti di cui è venuta in possesso. Sarebbe logico attendersi che anche il lettore possa visionare codesti documenti, ma essi nell’inchiesta non vengono prodotti o si limitano a delle mail, ad un filmato ed un link nientemeno che al sito di attivissimo (il re della disinformazione sul web), attraverso i quali la giornalista tenta di costruire un teorema, basato su una vecchia storia di merendine alle nanoparticelle, avvenuta ben dopo l’inizio della raccolta fondi, ma che la giornalista tenta di ricondurre ad un periodo antecedente nel tentativo di sostenere la sua tesi.

Una tesi secondo la quale Montanari avrebbe buggerato Grillo alla stregua di quanto si potrebbe fare con un bambino di 5 anni. Grillo di anni ne ha un poco di più, ed è oltretutto persona arguta ed intelligente, ragione per cui il teorema si rivela addirittura più ardito della cospirazione ventilata da Montanari ai suoi danni. Comunque vi invito ad andare al link del Ponente e giudicare personalmente, tenendo conto del fatto che sul sito della Nanodiagnostics sono sempre stati specificati correttamente i termini di quell’analisi, che non costituiva assolutamente una ricerca scientifica, come (a differenza di quello che si tenta di far credere riguardo a Grillo) compresero evidentemente tutte le aziende incriminate che non ebbero mai nulla da obiettare.

Più avanti la giornalista disquisisce riguardo al vecchio microscopio, suggerendo che esso non fosse stato pagato con i soldi dei due ricercatori come da loro affermato e che in realtà non fosse stato loro realmente sottratto, dal momento che la Dott.ssa Gatti starebbe attualmente lavorando con esso ad un progetto europeo. Tale intuizione deriverebbe da un virgolettato dello stesso Montanari e starebbe a dimostrare che dopo la sottrazione l’apparecchio sarebbe stato riassemblato nell’Università di Modena e gli scienziati potrebbero ancora fruirne, anche se in modo parziale.

Dispiace constatare come nel condurre un’inchiesta così accurata la giornalista non si sia sentita in dovere di leggere il libro "Il girone delle polveri sottili" dove Montanari afferma che il vecchio microscopio fu in parte pagato dalla Comunità europea ed in parte (quella maggioritaria) da lui e sua moglie. Un’affermazione molto diversa rispetto a quella da lei citata, sostenendo che Montanari abbia mentito.

Così come dispiace constatare che Valeria Rossi nella sua inchiesta non sia venuta a conoscenza del fatto che i locali dove è ospitato il vecchio microscopio sul quale lavora attualmente la Dott.ssa Gatti (microscopio che versa oltretutto in condizioni non ottimali) non hanno il permesso per eseguire ricerche sui tessuti patologici umani, ragione per cui le ricerche sulle nanopatologie, oggetto della donazione possono venire effettuate elusivamente presso la Nanodiagnostics con l’ausilio del nuovo microscopio.

Secondo la giornalista, evidentemente poco e male informata, Montanari buggerò dunque Grillo una seconda volta (non si sarebbe detto fosse così facile) facendogli credere gli fosse stato sottratto un microscopio che era ancora in suo possesso, con il solo scopo di convincerlo ad aiutarlo nella campagna di sottoscrizione per acquistarne un altro. Montanari ama dunque fare collezione di microscopi, così come Ghigo amava collezionare orologi? Ma perché Montanari dopo tante mistificazioni e dopo avere preso per il naso Grillo per anni non ha intestato il microscopio nuovo alla Nanodiagnostics e dopo avere sudato le proverbiali sette camicie per raccogliere i soldi ha permesso invece che ne entrasse in possesso la Onlus Bortolani? Che un truffatore di siffatta risma possa avere cpmpiuto uno sbaglio di questo genere risulta davvero inconcepibile, e forse la giornalista ci svelerà l’arcano più avanti.

Più avanti, appunto, si afferma che Montanari avrebbe anche millantato la propria partecipazione a progetti ai quali ha in effetti partecipato ma non da protagonista. Un po’ come raccontare che sei stato la punta del Milan, mentre in realtà giocavi nel Milan ma stavi spesso in panchina.

Sorge il dubbio che la giornalista non sia al corrente del fatto che negli elenchi della Comunità Europea non vengono citati i collaboratori, collaboratori che ogni capo si sceglie come meglio crede. Ragione per cui è possibile che sia proprio quest’inchiesta a millantare una mancata partecipazione di Montanari a dei progetti all’interno dei quali lui era invece presente.

Viste le informazioni raccolte fino a questo punto dell’inchiesta (inchiesta?) la giornalista dichiara di non stupirsi molto del fatto che Grillo e la Onlus, da Montanari non si fossero più fatti vedere. In effetti, come stupirsi? Un farabutto di tale risma in caso di una visita avrebbe perfino potuto sequestrarli e pretendere come riscatto un terzo microscopio, magari più grosso.

Al contrario, se tutte le informazioni regalateci da Valeria Rossi fin qui corrispondessero a verità, sarebbe stato logico aspettarsi che Grillo ed i responsabili della Onlus Bortolani irrompessero nel laboratorio della Nanodiagnostics per chiedere conto a Montanari del suo operato, e invece non si sono fatti più vedere.

Più avanti ancora (che fatica!) la giornalista afferma di voler parlare del secondo microscopio, mentre nella nostra ignoranza pensavamo lo si stesse già facendo, essendo solo quello oggetto del contendere. A questo riguardo lei stessa si dice convinta che il microscopio sarebbe rimasto nelle mani di Montanari, se solo lo stesso avesse prodotto le prove del suo utilizzo a scopo di ricerca, riprendendo le parole di un articolo della Onlus Bortolani nel quale si domanda di produrre i risultati delle ricerche.

Montanari durante questi anni magari avrà anche usato il FEG-ESEM per fare il caffè o come navigatore a bordo della sua vecchia Skoda, ma la giornalista si è premurata di domandare a Montanari se ha fatto ricerca e se ha risposto all’articolo della Onlus Bortolani?

Almeno la prima delle due domande sembra l’abbia fatta, e Montanari stando alle sue parole l’avrebbe aggiornata riguardo alle sue ricerche, che secondo la giornalista apparterrebbero però ad un periodo precedente all’utilizzo del microscopio e forse non sono neppure sue. Così la giornalista può concludere che non risultano, peraltro, pubblicazioni a nome Montanari e/o Gatti relative agli ultimi tre anni, ovvero al periodo di permanenza del microscopio presso il loro laboratorio. Gli anni in verità sono due e mezzo e non avere ancora pubblicato una ricerca non significa certo non avere fatto ricerca, anche se così fosse come la giornalista ci racconta.

Non ci è dato naturalmente sapere quali pubblicazioni incontrerebbero l’approvazione di Valeria Rossi, però per amore del vero occorre constatare come dopo avere espresso a Montanari la stessa domanda, egli ci abbia fornito una lunga serie di pubblicazioni concernenti il periodo in oggetto che, data la corposità, preferiamo pubblicare in fondo all’articolo.

Ma perché Montanari avrebbe sudato per ottenere un microscopio e poi dormirci sopra?

Valeria Rossi ci svela l’arcano poco più avanti. Montanari avrebbe utilizzato il microscopio per arricchirsi attraverso le analisi private a pagamento e poi avrebbe anche dichiarato pubblicamente tali ricavi, perché essendo un presuntuoso che ama apparire non avrebe resistito alla tentazione.

In realtà la giornalista (in un eccesso d’imparzialità difficile da prevedere da parte di una persona che nel fare un’inchiesta fra due contendenti toglie l’intervista del primo perché glielo chiede il secondo) pubblica anche la spiegazione in cui Montanari afferma di avere fatto ricerca, ma anche qualche analisi a pagamento, per finanziare la ricerca stessa. Sembrerebbe logico, dal momento che una volta acquistato il microscopio la ricerca non la finanziano certo Grillo o la Onlus Bortolani.

Ma la giornalista non ci sta e inizia a fare le pulci a Montanari riguardo alle cifre che lui (possessore del microscopio e ricercatore) dichiarerebbe di avere speso per la manutenzione dell’apparecchio. Novantamila euro l’anno? Ma figuriamoci la ditta produttrice ha detto al massimo trentamila! Cerchiamo sul sito del Ponente i documenti che confermino la correttezza di queste cifre, anche per comprendere se la ditta produttrice si riferisce solo alla manutenzione ordinaria o menziona anche quella straordinaria, ma sul sito questi documenti non ci sono.

Inoltre ci domandiamo se Valeria Rossi nei suoi contatti con Montanari abbia appurato il fatto che la cifra da lei citata sia relativa solamente alla manutenzione e non comprenda invece, come sarebbe più logico, anche le spese relative all’affitto e gestione dei locali ed il costo del personale che in questi anni ci risultano essere state a totale carico di Gatti/Montanari.

Il resto, prosegue la giornalista sono solo ipotesi e supposizioni. Viene da ridere, perché fin qui l’inchiesta ha prodotto forse qualcosa che somigliasse anche solo vagamente ad una prova incontrovertibile e andasse oltre la maldicenza da bar dello sport?

E allora vediamole queste ipotesi e supposizioni, anche se dopo avere visionato i "fatti" vengono davvero i brividi.

Scopriamo che alla giornalista in fondo l’ipotesi del complotto contro Montanari tutto sommato non dispiace, che l’avessero ordito i cementificatori e gli inceneritoristi ci potrebbe anche stare, ma secondo lei per il gusto di anticiparli, Montanari avrebbe fatto tutto da solo in preda ad un eccesso di masochismo.

Valeria Rossi poi invita anche i lettori a riflettere sul fatto che la lotta all’inquinamento è una cosa, la ricerca un’altra e Montanari un’altra ancora. E noi che avremmo giurato si trattasse invece di una trinità.

Ragione per cui il fatto che Montanari inseguendo il nobile scopo della ricerca abbia manipolato le persone, i dati ed i fatti per scopo di lucro personale (in base a quali prove e documenti venga fatta questa affermazione rimarrà per noi un mistero, e dire che la persona denunciata per diffamazione in questa vicenda è proprio Montanari) non deve giocare a favore degli inquinatori e degli inceneritori.

Detto ciò la giornalista conclude affermando che, appurate le gravissime colpe di Montanari, dimostrate attraverso il chiacchiericcio da bar dello sport, comprende benissimo perché Grillo si sia allontanato da questa figura. Lo comprendiamo anche noi, perché mai stare vicino a qualcuno che colleziona microscopi e ti prende per il naso ogni volta che vuole? Pensa lo sapessero gli italiani!

Comprende altresì anche perché la Onlus Bortolani abbia deciso di trasferire altrove il microscopio, naturalmente per il bene dei donatori che erano stati buggerati anche loro da questo losco figuro. Ma non sembra soffermarsi neppure un attimo sul fatto che chi ha tirato fuori i soldi intendeva finanziare la "libera" ricerca sulle nanopatologie e non la ricerca all’interno delle Università, dove di libero non esiste assolutamente nulla. Un particolare che in tutta evidenza la giornalista ritiene trascurabile.

Così come ritiene trascurabili le affermazioni esternate da Montanari nell’intervista da lei pubblicata e poi tolta dal sito dell’inchiesta, secondo le quali ad Urbino nessuno avrebbe mai prodotto una sola ricerca nel campo delle nanopatologie e in quella sede non esisterebbero né i locali né le attrezzature di complemento indispensabili né i tecnici per eseguire quel tipo di ricerca.

Valeria Rossi preferisce invece sottolineare come Montanari possa comunque continuare ad utilizzare il microscopio, sia pure sobbarcandosi un viaggio di 230 km, 460 fra andata e ritorno. Sono tanti, certo, afferma lei stessa, ma poi lascia intuire che in fondo potrebbero costituire una giusta punizione per le sue malefatte.

Come nota finale la giornalista afferma che "Il dottor Montanari avrà ampio diritto di replica". Replica che con tuta probabilità verrà cestinata, come accaduto con l’intervista, qualora la Onlus Bortolani non la ritenga di suo gradimento.

Che dire? Il Ponente e Valeria Rossi ci hanno davvero stupito, inchieste giornalistiche di alta qualità come questa in giro se ne vedono davvero poche!

Arrivando anche noi alla conclusione, dopo avere letto le esternazioni di Montanari, gli articoli della Onlus Bortolani, l’inchiesta del Ponente ed il silenzio di Grillo non intendiamo assolutamente, a differenza di Valeria Rossi, decretare chi abbia torto e chi ragione e se ci siano dei malfattori che organizzano complotti o inseguono fini di lucro personale. Saranno i lettori a farsi un’idea, con la speranza che i link e le osservazioni portate riescano ad essere loro d’aiuto.

Ci preme soltanto fare un’ultima considerazione che riguarda gli unici soggetti buggerati senza dubbio dal dipanarsi di questa vicenda. Le tante persone generose che dinanzi alla "faccia" di Beppe Grillo e Montanari hanno ritenuto giusto donare dei soldi per finanziare la "libera" ricerca sulle nanopatologie meritavano sicuramente di meglio. Raccontare loro che la libera ricerca da oggi in poi si svolgerà all’interno di una pubblica Università, dove i poteri forti la fanno da sempre da padroni, è un esercizio privo di costrutto che avrà come risultato solamente quello di allontanare queste persone da chi non ha saputo mantenere le promesse. Dinanzi a loro il torto e la ragione sfumano, perché non è così che si costruisce sensibilità, partecipazione e credibilità intorno a temi fondamentali quali l’ambiente e la salute. Questo e solamente questo fatto, credo dovrebbe imporre più di una lunga riflessione a tutti coloro che sono stati attori della vicenda, nessuno escluso, neppure chi ha preferito rimanere in un silenzio per molti versi incomprensibile.

Marco Cedolin (LUOGOCOMUNE)


Meghele

martedì 22 settembre 2009

Una chiamata salva la vita! Si ma non la loro...

IL CONGO,IL COLTAN E IL TUO CELLULARE



Pensate ai vostri regali, pensate a quante volte dei genitori per far felici e rendere più moderni i loro figli gli hanno regalato telefoni cellulari e video giochi di ultima generazione.

Ma qualcuno si è mai fermato a pensare a quanto costa realmente quell’oggetto così normale oggi per noi? Non in termini di denaro, ma in termini di vite umane e distruzione.
Uno dei componenti fondamentali di tutti i nostri telefoni, video camere, video giochi è un conduttore chiamato Coltan.

Che cos’è il Coltan?

Molti pensano che molte guerre Africane siano la causa di conflitti tribali, ma non è così.

Quasi nessuno lo sa, ma questo minerale è la causa principale della guerra che dal 1998 ha ucciso più di 4 milioni di persone in Congo ed è oggi, uno dei componenti fondamentali dei nostri cellulari, un metallo più prezioso dei diamanti.

Il coltan è la combinazione tra COLOMIBTE e TANTALITE la percentuale di quest’ultima
appunto è quella che determina il prezzo del Coltan, dal Coltan si estrae la Tantalite, che è quello che serve nei nostri componenti tecnologici.

Il coltan ha l’aspetto di sabbia nera e rappresenta un elemento fondamentale in video camere, telefonini e in tutti gli apparecchi HI TEC (come la playstation) serve a ottimizzare il consumo della corrente elettrica nei chip di nuovissima generazione e rendono possibile un notevole risparmio energetico.

Ma come si lega il problema della guerra al coltan?
L’ 80 % del Coltan in circolazione si trova solo in Congo, alcune delle più grosse multinazionali sfruttano queste miniere ed i congolesi che vengono pagati 200 dollari al mese (la paga di un normale lavoratore in Congo è di 10 dollari al mese).
Questo scatena una vera e propria corsa alle miniere da parte dei guerriglieri che se ne vorrebbero impadronire, non solo dal Congo ma anche dalla vicina Uganda e Rwuanda.

Ma come è facile prevedere estrarre questo prezioso minerale ha i suoi effetti indesiderati, solo per i minatori ovviamente.
Il coltan contiene una parte di uranio, quindi è radioattivo, provoca tumori e impotenza sessuale, viene estratto dai minatori a mani nude…

Le miniere di Coltan hanno l’aspetto di grandi cave di pietra, il minerale si ottiene spaccando la roccia; spesso i guerriglieri del RDC (Rassemblement Congolaise pour la Democrazie) si divertono a terrorizzare i civili ed i minatori uccidendoli nelle miniere,tanto che racconta un ragazzo i lavoratori hanno dovuto scavare delle buche in cui ripararsi ogni volta che arrivano i ribelli.

Qualche anno fa in Italia la gente impazziva per trovare nei negozi la Playstation 2, diventata introvabile, il motivo fu proprio la carenza del Coltan di cui si era fermata l’estrazione per i problemi legati alla guerra.

I soldi che le multinazionali spendono per estrarre il Coltan come sempre non servono per alimentare la popolazione, costruire scuole o ospedali, tutt’altro, servono a finanziare la guerra, comprare Armi, dar da mangiare ai soldati.

Pochi sanno quali sono esattamente le società che comprano il Coltan, non è facile scoprirlo, perché ci sono decine di intermediari che passano dall’Europa, in particolare dal Belgio (si sospetta che anche l’ex compagnia aerea di bandiera belga la “Sabena” trasportasse illegalmente il minerale)

Ma i principali fautori di questo che sta diventando un genocidio sono Nokia, Eriksson e Sony,
non basta ma sotto c’è anche un mercato nero del coltan che viene rubato dai guerriglieri e poi rivenduto attraverso altri mediatori ugandesi, rwuandesi, e spesso europei ed americani.

Come detto precedentemente il prezzo del Coltan varia a seconda della percentuale di Tantalite, nel 1998 il Coltan costava 2 dollari al kg, oggi ne costa 100, ma questo mercato è estremamente instabile ,perché nel 2004 quando la richieste da parte dell’occidente erano tantissime arrivò a costare 600 dollari al kg.

Recentemente è stato scoperto un nuovo giacimento di Coltan, in Amazzionia, si comincerà a lavorare presto con le conseguenze che tutti possono prevedere, forse altre storie di ribellione degli Indios e morte.

Da piccolo mi venne insegnato che la risoluzione della guerra è sempre la PACE
, temo che in questo caso se nulla cambierà, la fine della guerra del Congo, si otterrà solo con la fine delle sue risorse minerarie,
e guerra e distruzione si concentreranno in un altro,.....
.... meraviglioso posto…..da distruggere.

Angelo Calianno

da senzacodice

Purtroppo anche l'estrazione dell'oro e la distruzione del territorio per raccolta di legname cotribuiscono in maniera forte alla creazione di conflitti fra diverse bande guerrillere.

Mietono vittime rendendo schiavi chi lavora per estrarli.

I media europei continuano a eclissare quello che accade in Congo come in molte altri paesi dell'Africa perche' effetivamente gli interessi sono troppo grandi percio' e' meglio tacere.
Ricordiamoci sempre che gran parte degli immigrati che da noi arrivano provengono anche dal Congo per fuggire ai conflitti per oro coltan e altre ricchezze utili alla nostra bella vita.
(Pietro Santoru)

DIFFONDETENE TUTTI

lunedì 21 settembre 2009

Lo sfidante - Documentario (free download)


Ogni essere umano che appare in vita sul nostro meraviglioso pianeta Terra ha diritto ad una vita piena, felice, intensa, che gli permetta di esprimersi nella sua unicità irripetibile, che gli porti il dono della Saggezza, e che gli permetta di contribuire fattivamente al miglioramento delle condizioni di vita dell'intera comunità umana.
Questo diritto, questo naturale retaggio ad una vita maestosa, gli è stato offuscato.

Ma da che cosa?
Che cosa si frappone tra noi e la vita che desideriamo, i sogni che vogliamo realizzare, la pace che desideriamo raggiungere? Siamo stati condizionati a credere che qualcosa di esterno a noi stessi sia la causa della nostra infelicità, ma non è così. Qualcosa che agisce dentro di noi scatena al di fuori quell'inferno dal quale vogliamo fuggire, ma di cui non riusciamo a privarci. Qualcosa di cui spesso non conosciamo nemmeno l'esistenza, perchè nessuno ci ha mai spiegato dove guardare; tranne, naturalmente, tutte le tradizioni di ricerca interiore che hanno un fondamento nella Verità, perchè tutte, senza alcuna eccezione, indicano da sempre l'esatto punto dove guardare e l'esatto modo di liberarsi.
Un insieme di Forze agiscono su ogni essere umano al fine di depotenziarlo e renderlo timoroso, debole, dubbioso, attaccato emozionalmente ad abitudini dannose, e portato ad indugiare invece che ad agire. Questo insieme di Forze è sostenuto dalla nostra non conoscenza dei mezzi che esse usano per depotenziarci, ma può essere inattivato per consentire finalmente alla Consapevolezza che alberga in noi di dispiegarsi verso ciò che è realmente.
Questo insieme di Forze è ciò che in questo film documentario identifichiamo con Lo Sfidante. Un termine di comodo, un segnale indicatore. Verso una realtà che è giunto il momento di svelare e diffondere.
Nel film, vedremo in che modo Lo Sfidante ci depotenzia, quali sono i mezzi che utilizza per farlo, e una possibile via di azione che ci porti a liberarci dalla sua nefasta interazione con noi.

Per scaricarlo cliccate qui  LO SFIDANTE

TRAILER



BUONA VISIONE!

RADIO CAROLINE - I pirati del rock 1964


La prima vera radio libera europea nacque dalla voglia di fare qualcosa di nuovo, nell'atmosfera effervescente della swingin' London degli anni '60, di un giovane irlandese, Ronan O'Rahilly, che già aveva iniziato ad operare nel mondo della musica, come appassionato di rythm & blues e poi manager, per un breve periodo dei Rolling Stones degli inizi, e poi del bluesman Alexis Korner.

Il contesto era di monopolio assoluto dei mezzi di informazione, in questo caso detenuto dalla BBC, che costituiva per il mondo della musica una strettoia, dalla quale passavano solo le trasmissioni sponsorizzate dalle grandi case discografiche, ed i nomi che queste spingevano. In più era una radio che i giovani percepivano come vecchia e fuori dal tempo.


O'Rahilly venne a sapere che già da tempo in America una radio, Voice Of America, trasmetteva da una nave per una più efficiente copertura, e che alcune piccole radio dell'Europa settentrionale, come Radio Nord e Radio Veronica, usavano lo stesso sistema per aggirare monopoli e divieti. Un approfondimento legale gli consentì di appurare che su una nave, in acque internazionali, le uniche leggi valide sono le leggi del paese nel quale la nave è registrata; quindi se una nave batte, per esempio, bandiera panamense, e le leggi di Panama non vietano le radiotrasmissioni né recepiscono alcun accordo internazionale sulla radiofonia, tutto è in regola.

Facendo due più due O'Rahilly si rese conto di avere in tasca la soluzione, ed una enorme opportunità, altri stavano pensando a qualcosa di simile, ma lui partì in anticipo e, all'inizio del 1964, comprò una vecchia motonave in disarmo, la MV Fredericia, la riadattò e la dotò di un potente trasmettitore da 10KW in onde medie, e la mise in mare con destinazione Mar dell'Irlanda, tutto era pronto per il lancio.


Il nome scelto per la radio era un omaggio alla figlia del presidente americano John F. Kennedy, assassinato l'anno prima a Dallas, e la nave venne ribattezzata ovviamente MV Caroline.

La Domenica di Pasqua del 1964, dalla nave ancorata al largo delle coste irlandesi, cominciarono le trasmissioni. Gli speaker (il primo di essi si chiamava Simon Dee), sopraffatti dalla emozione, non se la sentirono di andare in diretta, e registrarono l'annuncio di inizio delle trasmissioni, che diceva semplicemente "This is Radio Caroline on 199, your all day music station", poi mandarono il primo pezzo, ovviamente un brano dei Rolling Stones.

Già nell'ottobre dello stesso anno 1964 Radio Caroline superava negli ascolti per fascia oraria la BBC, resisteva ai tentativi della stessa BBC e del governo inglese di fare tacere le trasmissioni, e faceva da apripista ad altre radio "pirata", come si diceva allora, e ad un ritorno in forze delle radio private che trasmettevano dall'estero, come la famosa RTL 208, ovvero Radio Luxembourg.

Negli anni seguenti Radio Caroline acquistò una seconda motonave (MV Mi Amigo) che ancorò al largo delle coste dell'Essex, le stazioni diventarono quindi due: Radio Caroline North (l'originale) e la nuova Radio Caroline South, e coprivano ormai tutte le isole britanniche e anche la costa Nord occidentale dell'Europa.

Non mancarono le avversità naturali e legali: la motonave Mi Amigo venne disancorata durante una tempesta nell'inverno del 1966 e si infranse sulla costa. L'equipaggio venne tratto in salvo ma le trasmissioni dovettero essere interrotte per qualche tempo, ma gli organizzatori riuscirono a noleggiare un'altra nave, la Cheeta II, utilizzata per trasmissioni radio in Scandinavia, e che era inattiva in quel periodo a causa delle condizioni atmosferiche avverse nel Mar Baltico.


Dal punto di vista legale invece il governo inglese ottenne l'approvazione di una legge ad hoc per poter perseguire le radio pirata (il Marine Broadcasting Offences Act) che consentiva di perseguire le stazioni che trasmettevano anche dal Mare d'Irlanda e dall'Isola di Man. Radio Caroline dovette migrare nel Mare del Nord, dove il governo olandese non aveva ancora preso provvedimenti contro le radio off-shore, e riuscì a continuare le trasmissioni, anche se da quel momento iniziava la sua fase calante, anche perché la BBC iniziava, pochi mesi dopo, le trasmissioni della sua nuova rete Radio 1, modellata sullo stile veloce e musicale delle radio pirata.

Cinque anni dopo, nel 1972, iniziavano a trasmettere le prime radio libere terrestri in UK e l'era delle radio sulle navi iniziava il suo declino.

Appena finito di vedere per la seconda volta vi consiglio un film propriamente ispirato alla CAROLINE.

I LOVE RADIO ROCK per gli amanti del rock uno dei pochi film culto uscito negli ultimi anni bei costumi ottimi attori divertente e scorrevole.
Vi travolgeranno le musiche rimpiangendo di non essere nati in quegli anni per godere a pieno per primi della cosa piu' bella esistente a questo mondo fonte di vita il ROCK!
sigh sigh.....

Questo e' il primo Trailer con titolo diverso ma la solfa e' la stessa guardatelo!



Di seguito la colonna portante sonora cliccate qui per scaricarla

Attenzione per scaricarla avete bisogno di un programmino scaricatelo da questo link
Free Download Manager 

1. Duffy - Stay with Me Baby
2. The Kinks - All Day
3. The Turtles - Elenore
4. John Fred and Playboys - Judy in Disguise
5. Martha Reeves - Dancing
6. Beach Boys - Wouldn't it Be Nice
7. Smokey - Ooh Baby Baby
8. Herb Alpert - This Guys in Love
9. Tommy James - Crimson and Clover
10. Jeff Beck - Hi Ho Silver Lining
11. The Who - I Can See for Miles
12. The Troggs - With a Girl Like Yo
13. Boxtops - Letter
14. The Hollies - I'm Alive
15. Chris Andrews - Yesterday Man
16. Paul Jones - I've Been a Bad Bad Boy
17. Tremeloes - Silence Is Golden
18. Skeeter Davis - End of the World

CD: 2
1. Easybeats - Friday on My Mind
2. The Who - My Generation
3. Cream - I Feel Free
4. Jimi Hendrix - Wind Cries Mary
5. Procol Harum - A Whiter Shade of Pale
6. Otis Redding - These Arms of Mine
7. Junior Walker - Cleo's Mood Supremes - The Happening
8. The Turtles - She'd Rather Be with Me
9. The Bystanders - 98.6
10. Kinks - Sunny Afternoon
11. Cat Stevens - Father and Son
12. Moody Blues - Nights in White Satin
13. Dusty - You Don't Have to Say You Love Me
14. Lorraine Ellison - Stay with Me
15. The Mccoys - Hang on Sloopy
16. The Isley Bros - This Old Heart of Mine
17. David Bowie - Let's Dance
18. David Bowie - Let's Dance

domenica 20 settembre 2009

ABU JAMAL - Voice of the voiceless - RATM


Scelse il nome swahili Mumia al liceo, sotto l'influenza di un insegnante d'origine kenyota a cui aggiunse Abu-Jamal alla nascita del suo primo figlio, Jamal.

All'età di 14 anni, nel 1968, a Filadelfia, Mumia fu arrestato e malmenato per aver protestato contro un meeting del Partito Democratico e del candidato segregazionista alle elezioni presidenziali, George Wallace, ex governatore dell'Alabama.

Poco dopo, fu schedato dall'FBI per aver voluto ribattezzare il suo liceo col nome di Malcolm X.

Nel 1969 fu incaricato dell'informazione nella sezione di Philadelphia del partito delle Pantere Nere. L'FBI lo considerava come una delle persone «da sorvegliare e internare in caso d'allerta nazionale».

Fu uno dei bersagli del "Cointelpro" (programma d'infiltrazione e di controspionaggio) di cui sarebbero stati vittime Leonard Peltier e altri membri delle Pantere Nere.

Divenuto giornalista radio, premiato con numerosi riconoscimenti, Mumia era soprannominato «la voce dei senza-voce» per la sua critica della corruzione della polizia e dei dirigenti politici locali. Dopo il 1978 denunciò la violenta repressione che colpì la comunità MOVE e, nel 1981, seguì il processo contro il suo fondatore, John Africa, che fu infine prosciolto. Il sostegno di Mumia a MOVE esasperò i politici e la polizia di Filadelfia e gli valse il licenziamento da una delle stazioni radio dove lavorava. Per mantenere la sua famiglia, Mumia fu costretto a lavorare come tassista di notte.

Il 9 dicembre 1981, all'alba, Mumia Abu-Jamal fu gravemente ferito nel corso di una sparatoria nel quartiere sud della città, dove aveva appena portato un cliente. Arrestato, fu accusato dell'omicidio di un poliziotto, Daniel Faulkner, ucciso in quella sparatoria. Malgrado i suoi dinieghi e l'assenza di suoi precedenti giudiziari, un'inchiesta molto discussa (a livello delle perizie balistiche, dei rilievi di impronte, delle prove non effettuate etc.) portò all'imputazione di Mumia e alla sua comparizione davanti al tribunale di giustizia della Pennsylvania.

Nel luglio 1982 fu condannato alla pena di morte nonostante, secondo la difesa, diverse contraddizioni nelle prove a suo carico e violazioni dei suoi diritti.

Nel giugno 1999 un vecchio sicario, Arnold Beverly, ha confessato a uno degli avvocati di Mumia di aver ucciso il poliziotto Faulkner, in un quadro di collusioni tra polizia e mafia, questa confessione non è stata tuttavia tenuta in considerazione.

Intorno al processo e alla condanna di Mumia si è creata una mobilitazione internazionale e Mumia è diventato un simbolo della lotta contro la pena di morte.

L'8 ottobre 2003 sono stati respinti gli ultimi ricorsi, rimandando la questione a livello federale, dove la sua pena potrebbe essere commutata in ergastolo.


Il gruppo musicale Rage Against the Machine si è battuto molto per la sua liberazione, in particolare con le canzoni Freedom e Voice of the voiceless; anche il rapper di New York KRS-One gli ha dedicato la canzone "Free Mumia".

Nell'ottobre 2003 è stato nominato cittadino onorario della città di Parigi dal sindaco Bertrand Delanoë.

Nel 2005 la città di Saint-Denis ha deciso di intitolargli una via.

Nel 2007 Colin Firth, come produttore, ha presentato al Festival internazionale del Cinema di Roma, un film-denuncia dal titolo "In prigione la mia intera vita" sulla pena di morte di Mumia Abu-Jamal.

Il 27 marzo 2008 è stata infine annullata la sua condanna a morte.

RAGE AGAINST THE MACHINE -VOICE OF THE VOICELESS



TESTO:

VOICE OF THE VOICELESS

Uh, Uh / Uh, Uh
Cmon check it / Avanti, ascolta

Through Steel walls / Attraverso mura d'Acciaio
Your voice blastin on / La tua voce che esplode e esplode
True rebel, my brother Mumia / Vero ribelle, mio fratello Mumia
I reflect upon / Su cui rifletto
You be tha spark / Che tu sia quella scintilla
That set the prairie fires on / Che accende i fuochi delle praterie
Make the masses a mastodon path / Fa delle masse un sentiero mastodontico
To trample the fascists on / Per calpestare i fascisti
At fifteen exposed Phillys finest killing machine / A quindici espose la migliore macchina assassina Phillys
Boots and mad guns / Stivali e fucili folli
They pacify ya young / Ti calmano giovane
Cause and effect / Causa ed effetto
Smell tha smoke and tha breeze / Senti l'odore di quel fumo e quella brezza
My panther, my brother / Mia pantera, fratello mio
We are at war until youre free / Siamo in guerra finché sei libero

Youll never silence the voice of the voiceless / Non metterai mai a tacere la voce dei senza voce
Youll never silence the voice of the voiceless / Non metterai mai a tacere la voce dei senza voce

Yet tha powerful got nervous / Si, quella potenza si è innervosita
Cause he refused to be their servant / Perché lui ha rifiutato di essere loro servo
He spit truth / Lui sputa verità
That burned like black churches / Che bruciano come chiese nere
Prose and verses / Prosa e versi
A million poor in hearses / Milioni di poveri in carri funebri
Watch the decision of Dred Scott / Guarda la decisione di Dred Scott
As it reverses / Come merita
Long as the rope / Lunga come la corda
Is tied around Mumias neck / E' legata intorno al collo di Mumia
Let there be no rich white life / Che non ci sia nessuna bianca vita di ricco
We bound to respect / Noi costringiamo a rispettare
Cause and effect / Causa ed effetto
Cant ya smell tha smoke in tha breeze / Non senti l'odore di quel fumo nella brezza?
My panther, my brother / Mia pantera, fratello mio
We are at war until you're free / Siamo in guerra finché sei libero

Youll never silence the voice of the voiceless / Non metterete mai a tacere la voce dei senzavoce
Youll never silence the voice of the voiceless / Non metterete mai a tacere la voce dei senzavoce
Youll never silence the voice of the voiceless / Non metterete mai a tacere la voce dei senzavoce
Youll never silence the voice of the voiceless / Non metterete mai a tacere la voce dei senzavoce

And Orwells hell a terror era coming through / E l'inferno di Orwell, arriva un'era di terrore
But this little brothers watching you too / Ma anche questi piccoli fratelli vi stanno a guardare
And Orwells hell a terror era coming through / E l'inferno d Orwell, arriva un'era di terrore
But this little brothers watching you too / Ma anche questi piccoli fratelli vi stanno a guardare
Watching you too / Anche loro vi stanno a guardare